Se ieri tutti fermi gomma a terra aspettavamo solo Skipper, Kowalski, Rico e compagnia, oggi pure all'alba siamo tutti ringalluzziti. In fondo dobbiamo adeguarci all'ambiente: Nkorho (il più semplice e family friendly dei lodge privati nella concessioni intorno al Parco Nazionale) per i nostri standard sembra il set di un cinepanettone. Gippone, guide in kaki, cooler (borsa frigo! si dice borsa frigo!) zeppo di beveraggi e gran stridore di walkie talkie e di ruote per sgommare tra un leopardo e un leoncino. Inutile dire che qui i nostri amati erbivori non se li fila nessuno, tranne i tre "big five" (elefante, rinoceronte e bufalo), visto che per questi corre l'obbligo di mettere una crocetta nel nostro carniere (da queste parti la check list dell'avvistamento è strumento imprescindibile quanto il binocolo...).
Si sarà capito che sebbene il leopardo sia sempre leopardo e faccia la sua figura, a noi la poesia del seme nella cacca era piaciuta.
Comunque, bando alle chiacchiere, volevamo il safari?
Sveglia alle 5.30. Partenza alle 6.00. Albo pimpantissimo in prima fila sulla jeep, mentre dietro di noi i ragazzotti americani al seguito di mamma e papà dormono arrotolati sotto il plaid.
Si sarà capito che sebbene il leopardo sia sempre leopardo e faccia la sua figura, a noi la poesia del seme nella cacca era piaciuta.
Comunque, bando alle chiacchiere, volevamo il safari?
Sveglia alle 5.30. Partenza alle 6.00. Albo pimpantissimo in prima fila sulla jeep, mentre dietro di noi i ragazzotti americani al seguito di mamma e papà dormono arrotolati sotto il plaid.
La mamma italiana malfidata ("va beh sarà inverno, ma è pur sempre Africa, basterà un maglioncino leggero per la sera ...") è attrezzata di piumini (per sé e la creatura, l'altro adulto della famiglia si arrangia) e si prepara quindi ad affrontare in relax il "drive" del mattino.
Il rinoceronte di ieri sera (quello che ha vinto l'incontro, detto Scarface per la cicatrice sul muso) si aggira ancora davanti al lodge e ci rendiamo conto che ci sono solo le torce e la presenza umana a tenerlo a distanza dai bungalow: se avesse voluto avrebbe potuto passare la notte sulla terrazza davanti alla nostra camera.
Come al solito qui gli ungulati (buskbuck, waterbuck o cobo, ecc.) non valgono, e non s'interessano neppure delle aquile (compresa una pescatrice e una marziale), non proprio uccelletti da passare inosservati.
Filiamo dritti dagli elefanti. Uno solitario che sta praticamente abbattendo un albero (e infatti lo notiamo perché vediamo in lontananza i rami shakerati in aria), e finalmente una bella famigliola alla pozza (dove sembrano occhieggiare, immersi quasi completamente nell'acqua, ippopotami e coccodrilli).
Filiamo dritti dagli elefanti. Uno solitario che sta praticamente abbattendo un albero (e infatti lo notiamo perché vediamo in lontananza i rami shakerati in aria), e finalmente una bella famigliola alla pozza (dove sembrano occhieggiare, immersi quasi completamente nell'acqua, ippopotami e coccodrilli).
Passeremmo la giornata con l'elefantino, ma abbiamo i leoni di ieri da controllare. Prima i cuccioli da soli, poi insieme alle mamme tornate dalla caccia.
Caffè con dolcetti alla pozza (continuiamo a scendere da questa jeep, mah!), qualche ungulato e facocero, colazione servita nella savana e pronti finalmente per il Kruger! Fine del lusso e degli ozi e via alla sistemazione spartana!