domenica 25 settembre 2016

Giovedì 18 agosto, o L'altro Kruger

Se ieri tutti fermi gomma a terra aspettavamo solo Skipper, Kowalski, Rico e compagniaoggi pure all'alba siamo tutti ringalluzziti. In fondo dobbiamo adeguarci all'ambiente: Nkorho (il più semplice e family friendly dei lodge privati nella concessioni intorno al Parco Nazionale) per i nostri standard sembra il set di un cinepanettone. Gippone, guide in kaki, cooler (borsa frigo! si dice borsa frigo!) zeppo di beveraggi e gran stridore di walkie talkie e di ruote per sgommare tra un leopardo e un leoncino. Inutile dire che qui i nostri amati erbivori non se li fila nessuno, tranne i tre "big five" (elefante, rinoceronte e bufalo), visto che per questi corre l'obbligo di mettere una crocetta nel nostro carniere (da queste parti la check list dell'avvistamento è strumento imprescindibile quanto il binocolo...). 
Si sarà capito che sebbene il leopardo sia sempre leopardo e faccia la sua figura, a noi la poesia del seme nella cacca era piaciuta.
Comunque, bando alle chiacchiere, volevamo il safari?
Sveglia alle 5.30. Partenza alle 6.00. Albo pimpantissimo in prima fila sulla jeep, mentre dietro di noi i ragazzotti americani al seguito di mamma e papà dormono arrotolati sotto il plaid. 
La mamma italiana malfidata ("va beh sarà inverno, ma è pur sempre Africa, basterà un maglioncino leggero per la sera ...") è attrezzata di piumini (per sé e la creatura, l'altro adulto della famiglia si arrangia) e si prepara quindi ad affrontare in relax il "drive" del mattino. 

Il rinoceronte di ieri sera (quello che ha vinto l'incontro, detto Scarface per la cicatrice sul muso) si aggira ancora davanti al lodge e ci rendiamo conto che ci sono solo le torce e la presenza umana a tenerlo a distanza dai bungalow: se avesse voluto avrebbe potuto passare la notte sulla terrazza davanti alla nostra camera.
Come al solito qui gli ungulati (buskbuck, waterbuck o cobo, ecc.) non valgono, e non s'interessano neppure delle aquile (compresa una pescatrice e una marziale), non proprio uccelletti da passare inosservati.
Filiamo dritti dagli elefanti. Uno solitario che sta praticamente abbattendo un albero (e infatti lo notiamo perché vediamo in lontananza i rami shakerati in aria), e finalmente una bella famigliola alla pozza (dove sembrano occhieggiare, immersi quasi completamente nell'acqua, ippopotami e coccodrilli). 






Passeremmo la giornata con l'elefantino, ma abbiamo i leoni di ieri da controllare. Prima i cuccioli da soli, poi insieme alle mamme tornate dalla caccia.





Caffè con  dolcetti alla pozza (continuiamo a scendere da questa jeep, mah!), qualche ungulato e facocero, colazione servita nella savana e pronti finalmente per il Kruger! Fine del lusso e degli ozi e via alla sistemazione spartana!

giovedì 22 settembre 2016

Mercoledì 17 agosto

Dopo la camminata mattutina nel bush con la nostra guida, siamo pronti per la nostra prossima meta. Abbiamo passeggiato tra le zebre, aperto dung (cacche) per capire cosa avesse mangiato l'animale, seguito tracce, raccolto i rametti che portano nuovi amici e fiori della buona fortuna. 


Incontro ravvicinato con piccolo branco di zebre.
Sembrerà banale, ma l'eccezionalità sta nel camminare
(sia nelle riserve private che nel Kruger per partecipare alle escursioni a piedi ci vogliono 12 anni, età a cui il leone inizia a trovarti addosso un po' di ciccia da masticare).
In questa zona invece vive solo un leopardo molto timido che non si fa mai vedere,
quindi andiamo tranquilli.

Ieri sera, immobili nel buio profondo della savana, abbiamo ascoltato della battaglia tra scorpione e Orione (l'aiutante cacciatore sciupafemmine), imparando a riconoscere le costellazioni del cielo australe. Dopo tutta questa poesia e questo zen della biodiversità (“guarda l'unica ape che trasporta il polline dell'acacia, se non ci fosse non ci sarebbe nemmeno l'albero e cosa mangerebbero la giraffa e l’antilope e allora cosa il leone e la iena e l’avvoltoio ...”), ci aspetta lo shock cultuale: safari nella riserva privata!
Infatti dopo una salutare colazione partiamo per la Sabie Sand Game Reserve e arriviamo giusto per pranzo, incontrando lungo la strada gli onnipresenti nyala e impala (nonché i primi bufali, ma di sfuggita).
Nonostante l'avessimo scelto solo perché ci fanno salire Albo su una jeep anche se non ha compiuto 6 anni, il Nkorho Lodge mantiene il lusso che promette, con piscina a sfioro sulla savana, sala da bagno con doccia doppia ed esterna e altre amenità che non riusciamo a sfruttare perché siamo immediatamente reclutati per la prima escursione.Alle 15.30 saliamo sulla superjeep con postazione vedetta per il nostro scout Viktor e, parola di Joe la guida, partiamo per "il primo vero safari della vostra vita". Ci promettono cose mai viste, e in effetti dopo 5 minuti quasi investiamo un leopardo...

Poi vaghiamo tra erbivori che le guide nemmeno degnano di uno sguardo, meno male che c'è Albo a farsi dire tutti i nomi e a tenere il conto (l'avevamo promesso che sulle antilopi ci saremmo affinati): steenbok, kudu, nyala maschi arrabbiati. E finalmente avvistiamo in lontananza una leonessa con maschio ancora più lontano e ben vicini avvoltoi che volano in cerchio in attesa della loro parte di preda.
Poco dopo (leoni troppo lontani cerchiamone altri!), foriamo una gomma (della superjeep!?!???), quindi scendiamo tutti a terra nella savana (anche chi non ha compiuto i fatidici 12 anni), Paolo (non siamo gli unici turisti, ma forse gli altri sono abituati a chiamare il soccorso stradale...) e Joe si danno da fare con il crick e perdiamo Viktor che parte a piedi sulle tracce dei leoni. Di nuovo a bordo, a un certo punto iniziamo a girovagare a 100 all'ora come impazziti mentre cala la notte: Viktor si è perso nel bush? Lo dobbiamo recuperare prima del buio?
Cerca che ti cerca, eccolo tutto soddisfatto per aver trovato 2 leonesse con 8 cuccioli, che giocano, ciucciano il latte e si mettono in posa (intuiamo tra le ombre).
kudu maschio


leonesse al calar della sera
Già in pantofole, comodamente seduti a bordo piscina invece che sballottati sulla jeep, osserviamo con il binocolo alla luce delle torce 2 rinoceronti che si affrontano sotto la luna piena. Appuntamento a domani, ore 5,30 per la prossima avventura!

Martedì 16 agosto

Stamattina siamo partiti presto per il nostro primo strappo al programma. Pare che avessi saltato una pagina della guida in cui si descriveva il più bel panorama del Sudafrica o forse l'avevo semplicemente scartato visto che si era detto nessun lungo trasferimento panoramico con la creatura, che dei panorami se ne infischia totalmente. Invece non sono riuscita a trattenermi e siamo andati al Blyde River Canyon passando per Graskop. Sosta consigliata da Harrie's Pancakes, African Silk (con le signore gentilissime che lavorano ai telai la seta dei bruchi del mopane) e dagli ambulanti per comprare le noci macadamia tostate. Stop panoramico a The Three Rondavels e con la R532 direttamente a Mohoholo, dove dormiremo al Forest Camp e visiteremo il Wildlife Rehabilitation Centre. 
Albo dice che non dobbiamo dimenticare niente, quindi iniziamo qui la nostra personale (o meglio familiare) vertigine della lista...
Animali avvistati all’arrivo:  babbuini, nyala, facoceri, zebre, antilopi varie (ci affineremo in seguito, visto che le specie in Sud Africa sono una trentina).
Animali nel Rehab Centre: leoni,avvoltoi (siamo entrati nella voliera), aquile (pescatrice, dei serpenti, marziale, ecc,), falco giocoliere (che abbiamo accarezzato), bucorvo cafro, ghepardo (accarezzato), iene, tassi del miele, serval (gattopardo africano), licaoni, leopardi, antilopi varie; e ancora cuccioli di rinoceronte, tasso, serval.
Animali durante il giro in jeep al tramonto: “ristorante degli avvoltoi” con marabù, avvoltoi e carcasse, sciacalli che cenano, faraone,facoceri, famiglia di ippopotami con cucciolo che sguazzano nella pozza, silvicapra (duicker) “la più piccola ed elusiva delle antilopi africane” e bushbabies sull’albero che lecca la linfa dell’acacia. E qui si è scaricata la batteria della jeep e sono arrivati a spingerci. 
Cena davanti al braciere, molto suggestivo ma adesso puzzeremo di fumo per tutto il viaggio!






Lunedì 15 agosto

14 ore di sonno e siamo subito in pista all'apertura del Lowveld National Botanical Garden affacciato sul Crocodile River. Non abbiamo visti ippopotami e coccodrilli ma ibis e cercopitechi, oltre naturalmente  a un sacco di piante, cicadi  e aloe di tutti i tipi, baobab e sicomori e un pezzo di foresta pluviale con tanto di pioggia. Colazione nel Tea Garden con scones crema e marmellata, piattaforma per bimbi tra gli alberi “meglio che al parco avventura” e bella vista sul canyon roccioso. Pomeriggio a The Elephant Sanctuary con gli elefanti Kasper e Kiko, che essendo maschi e africani sono veramente enormi. Li abbiamo accarezzati, portati a spasso e pure BACIATI! Lungo la strada altri cercopitechi (attirati con pezzi di melone) e per un attimo manguste, subito infilate nella tana.