giovedì 22 settembre 2016

Mercoledì 17 agosto

Dopo la camminata mattutina nel bush con la nostra guida, siamo pronti per la nostra prossima meta. Abbiamo passeggiato tra le zebre, aperto dung (cacche) per capire cosa avesse mangiato l'animale, seguito tracce, raccolto i rametti che portano nuovi amici e fiori della buona fortuna. 


Incontro ravvicinato con piccolo branco di zebre.
Sembrerà banale, ma l'eccezionalità sta nel camminare
(sia nelle riserve private che nel Kruger per partecipare alle escursioni a piedi ci vogliono 12 anni, età a cui il leone inizia a trovarti addosso un po' di ciccia da masticare).
In questa zona invece vive solo un leopardo molto timido che non si fa mai vedere,
quindi andiamo tranquilli.

Ieri sera, immobili nel buio profondo della savana, abbiamo ascoltato della battaglia tra scorpione e Orione (l'aiutante cacciatore sciupafemmine), imparando a riconoscere le costellazioni del cielo australe. Dopo tutta questa poesia e questo zen della biodiversità (“guarda l'unica ape che trasporta il polline dell'acacia, se non ci fosse non ci sarebbe nemmeno l'albero e cosa mangerebbero la giraffa e l’antilope e allora cosa il leone e la iena e l’avvoltoio ...”), ci aspetta lo shock cultuale: safari nella riserva privata!
Infatti dopo una salutare colazione partiamo per la Sabie Sand Game Reserve e arriviamo giusto per pranzo, incontrando lungo la strada gli onnipresenti nyala e impala (nonché i primi bufali, ma di sfuggita).
Nonostante l'avessimo scelto solo perché ci fanno salire Albo su una jeep anche se non ha compiuto 6 anni, il Nkorho Lodge mantiene il lusso che promette, con piscina a sfioro sulla savana, sala da bagno con doccia doppia ed esterna e altre amenità che non riusciamo a sfruttare perché siamo immediatamente reclutati per la prima escursione.Alle 15.30 saliamo sulla superjeep con postazione vedetta per il nostro scout Viktor e, parola di Joe la guida, partiamo per "il primo vero safari della vostra vita". Ci promettono cose mai viste, e in effetti dopo 5 minuti quasi investiamo un leopardo...

Poi vaghiamo tra erbivori che le guide nemmeno degnano di uno sguardo, meno male che c'è Albo a farsi dire tutti i nomi e a tenere il conto (l'avevamo promesso che sulle antilopi ci saremmo affinati): steenbok, kudu, nyala maschi arrabbiati. E finalmente avvistiamo in lontananza una leonessa con maschio ancora più lontano e ben vicini avvoltoi che volano in cerchio in attesa della loro parte di preda.
Poco dopo (leoni troppo lontani cerchiamone altri!), foriamo una gomma (della superjeep!?!???), quindi scendiamo tutti a terra nella savana (anche chi non ha compiuto i fatidici 12 anni), Paolo (non siamo gli unici turisti, ma forse gli altri sono abituati a chiamare il soccorso stradale...) e Joe si danno da fare con il crick e perdiamo Viktor che parte a piedi sulle tracce dei leoni. Di nuovo a bordo, a un certo punto iniziamo a girovagare a 100 all'ora come impazziti mentre cala la notte: Viktor si è perso nel bush? Lo dobbiamo recuperare prima del buio?
Cerca che ti cerca, eccolo tutto soddisfatto per aver trovato 2 leonesse con 8 cuccioli, che giocano, ciucciano il latte e si mettono in posa (intuiamo tra le ombre).
kudu maschio


leonesse al calar della sera
Già in pantofole, comodamente seduti a bordo piscina invece che sballottati sulla jeep, osserviamo con il binocolo alla luce delle torce 2 rinoceronti che si affrontano sotto la luna piena. Appuntamento a domani, ore 5,30 per la prossima avventura!

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