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La Neue Residenz in Domplatz |
Non ci sono grosse differenze tra la mappa di Bamberg medievale e quella della città del XXI secolo: vivacissima, con un allegra popolazione studentesca e una passione sfrenata per la birra, Bamberg porta con orgogliosa nonchalance i suoi oltre mille anni di storia. E se nel Medioevo rappresentò un modello urbanistico e architettonico per le città dell'Europa centrale, oggi ne è una delle più testimonianze più integre, complice la nebbia, anzi il velo della santa imperatrice Cunegonda che, forse per non assistere alla distruzione del più sontuoso tra i suoi doni nuziali, nascose l'abitato ai bombardieri alleati.
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La cattedrale |
I sette colli, il fiume... Enrico II, imperatore del Sacro Romano Impero, immaginò subito una Roma casalinga e la eresse a vescovado, creando così un piccolo “regno” rimasto tale fino al XIX secolo.
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La piccola Venezia |
Cultura e ricchezza: un binomio che fece prosperare la città dei religiosi sui colli, ma anche quella dei commercianti e dei contadini lungo le sponde del fiume Regnitz. Uno dei prodotti cardine dell'economia cittadina, che univa in felice sinergia produttori e distributori, era il luppolo, ingrediente fondamentale della seconda imperatrice di Bamberg, la birra. Nel 1039 il canonico Olderico disponeva di essere ricordato al momento della morte con una distribuzione gratuita di birra; il primo documento che attesta l'esistenza di una mescita in città è un atto notarile datato 1093; i monaci benedettini dell'abbazia di San Michele iniziarono a produrre birra nel 1122 (nelle sale dove oggi visitiamo il Museo della Birra). La bevanda ebbe un tale successo che, per garantire la perfetta qualità degli 880 boccali che si calcola ogni cittadino bevesse annualmente, nel 1489 il principe vescovo stabilì che la ricetta della birra prodotta a Bamberg dovesse limitarsi a tre ingredienti: malto, luppolo e acqua. Principio ribadito qualche decennio dopo dal duca di Baviera per tutte le birre dello stato.
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Birreria Schlenkerla |
Insomma, un millennio di business e tradizione: agricoltori, mastri birrai, bottai, ramaioli, produttori di ghiaccio, barcaioli (la birra si esportava trasportandola via fiume sul Meno). Poi vennero le aziende produttrici di malto e di attrezzature per la birrificazione. Nel XIX secolo a Bamberg erano attive oltre sessanta birrerie e ancora oggi sono nove nel solo centro cittadino: dalla più vecchia fondata nel 1533 all'ultima nata nel 2004.
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Birreria Schlenkerla |
Le varietà birraie proposte sono moltissime, ma l'originale è una sola, la Rauchbier, la birra affumicata. Probabilmente in origine l'affumicatura era il metodo più usato, almeno nei paesi dove il clima rendeva impossibile l'essiccazione al sole. Quindi ad aggiungere fascino e sapore alla Rauchbier di oggi c'è la consapevolezza di assaggiare una birra molto simile nel gusto a quella servita nelle taverne medievali. E se ci si siede in allegra ed eterogenea compagnia sulle lunghe panche della Schlenkerla e della Spezial, anche l'ambiente non sembra essere cambiato. In piena estate gli abitanti di Bamberg rispolverano un'ulteriore tradizione e per gustare l'immancabile birra salgono sui colli, anzi “sulle cantine”, visto che i giardini della birra sulle alture della città nascondono le grotte adibite a celle di maturazione e conservazione dell'amata bevanda.
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Festa della birra in Maximilianplatz |
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Grunermarkt |
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Altes Rathaus |
Il baricentro della città è il fiume Regnitz che, diviso in due rami e attraversato da 80 ponti, percorre per oltre otto chilometri il centro urbano. E proprio in mezzo al fiume, a cavallo tra due ponti, nel XV secolo i cittadini di Bamberg eressero il municipio (Altes Rathaus), poi ristrutturato e ampliato in età barocca. La leggenda imputa la singolare e scenografica location al fatto che il vescovo, signore della città, avesse negato anche un solo palmo dei suoi possedimenti per la costruzione dell’edificio simbolo dell’ascesa “borghese”. Più plausibile ipotizzare una scelta strategica: il municipio fu eretto nel punto di raccordo tra il primo nucleo cittadino ai piedi delle colline (Sand) e il nuovo quartiere che si stava sviluppando sull’isola tra i due bracci del fiume.
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Altes Rathaus |
Per osservare la città dall’alto e comprenderne la morfologia bisogna
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veduta salendo a Altenburg |
salire su una delle colline. Dalla vecchia fortezza (Altenburg), dimora dei principi vescovi distrutta nel Cinquecento e ricostruita in stile medievale alcuni secoli dopo, si distinguono i tre nuclei storici: la collina (Bergstadt), l’isola (Inselstadt) e, a est del ramo destro del fiume, il quartiere degli orti e dei giardini (Gärtnerstadt). Qui sopravvivono tratti della topografia originaria, con le file di case “a schiera” che nascondono gli orti urbani e due delle molte birrerie che in passato si affacciavano sulla strada centrale lastricata (Steinveg), antico asse commerciale che da Lubecca si spingeva fino nel cuore dell’Impero, a Ratisbona. Alcune delle case contadine mantengono la funzione tradizionale con famiglie di agricoltori ancora in attività; una ospita il Museo degli ortolani e dei vignaioli (Gärtner und Häckermuseum).
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Santa Cunegonda |
Il ponte inferiore (Untere Brücke), sorvegliato dalla statua monumentale di Santa Cunegonda, ci riporta tra i vicoli sinuosi del primo agglomerato cittadino, diventato il cuore della vita notturna di Bamberg. Il toponimo Dominikanerstrasse ci ricorda come qui abbia avuto sede per secoli il convento dei Domenicani, due sale del quale ospitano la Birreria Schlenkerla, probabilmente la più celebre della città. Frequentata per l’atmosfera conviviale, l’inimitabile birra affumicata e quel certo fascino che deriva dal non aver concesso nulla alla modernità: sotto l’insegna dell’oste “ciondolone” si beve rigorosamente un solo tipo di birra (al massimo si può discutere sulla misura), spillata a caduta da botti di rovere e accompagnata dai piatti della tradizione.
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Birreria Schlenkerla |
Sul colle di San Michele (Michaelsberg) sorgeva un antico monastero benedettino celebre per lo scriptorium e la birreria (oggi trasformata nel Museo della Birra). Il soffitto della chiesa è una sorta di erbario dipinto: un catalogo con 578 piante raffigurate con minuziosa precisione; il pulpito settecenteco sembra sospeso in aria, nella cappella del Santo Sepolcro la morte soffia bolle di sapone in una singolare danza macabra e passando nel cunicolo sotto il sarcofago del santo Ottone risolverete ogni problema alla schiena.
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Il monastero di San Michele |
L'articolo completo è stato pubblicato sulla rivista
"Itinerari e luoghi" (febbraio-marzo 2013)
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Passeggiata lungo il fiume Regnitz |
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Apfelweibla, pomolo di portale che ispirò la novella "La pentola d'oro" di E. T. A. Hoffmann |
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Museo di Storia Naturale |
Il racconto in presa diretta (maggio 2012) lo avevamo pubblicato
qui
a maggio 2012.
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