domenica 26 novembre 2017

Bamberg La Roma di Franconia


La Neue Residenz in Domplatz

Non ci sono grosse differenze tra la mappa di Bamberg medievale e quella della città del XXI secolo: vivacissima, con un allegra popolazione studentesca e una passione sfrenata per la birra, Bamberg porta con orgogliosa nonchalance i suoi oltre mille anni di storia. E se nel Medioevo rappresentò un modello urbanistico e architettonico per le città dell'Europa centrale, oggi ne è una delle più testimonianze più integre, complice la nebbia, anzi il velo della santa imperatrice Cunegonda che, forse per non assistere alla distruzione del più sontuoso tra i suoi doni nuziali, nascose l'abitato ai bombardieri alleati. 

La cattedrale 
I sette colli, il fiume... Enrico II, imperatore del Sacro Romano Impero, immaginò subito una Roma casalinga e la eresse a vescovado, creando così un piccolo “regno” rimasto tale fino al XIX secolo. 

La piccola Venezia


Cultura e ricchezza: un binomio che fece prosperare la città dei religiosi sui colli, ma anche quella dei commercianti e dei contadini lungo le sponde del fiume Regnitz. Uno dei prodotti cardine dell'economia cittadina, che univa in felice sinergia produttori e distributori, era il luppolo, ingrediente fondamentale della seconda imperatrice di Bamberg, la birra. Nel 1039 il canonico Olderico disponeva di essere ricordato al momento della morte con una distribuzione gratuita di birra; il primo documento che attesta l'esistenza di una mescita in città è un atto notarile datato 1093; i monaci benedettini dell'abbazia di San Michele iniziarono a produrre birra nel 1122 (nelle sale dove oggi visitiamo il Museo della Birra). La bevanda ebbe un tale successo che, per garantire la perfetta qualità degli 880 boccali che si calcola ogni cittadino bevesse annualmente, nel 1489 il principe vescovo stabilì che la ricetta della birra prodotta a Bamberg dovesse limitarsi a tre ingredienti: malto, luppolo e acqua. Principio ribadito qualche decennio dopo dal duca di Baviera per tutte le birre dello stato.
Birreria Schlenkerla 
Insomma, un millennio di business e tradizione: agricoltori, mastri birrai, bottai, ramaioli, produttori di ghiaccio, barcaioli (la birra si esportava trasportandola via fiume sul Meno). Poi vennero le aziende produttrici di malto e di attrezzature per la birrificazione. Nel XIX secolo a Bamberg erano attive oltre sessanta birrerie e ancora oggi sono nove nel solo centro cittadino: dalla più vecchia fondata nel 1533 all'ultima nata nel 2004.
Birreria Schlenkerla
Le varietà birraie proposte sono moltissime, ma l'originale è una sola, la Rauchbier, la birra affumicata. Probabilmente in origine l'affumicatura era il metodo più usato, almeno nei paesi dove il clima rendeva impossibile l'essiccazione al sole. Quindi ad aggiungere fascino e sapore alla Rauchbier di oggi c'è la consapevolezza di assaggiare una birra molto simile nel gusto a quella servita nelle taverne medievali. E se ci si siede in allegra ed eterogenea compagnia sulle lunghe panche della Schlenkerla e della Spezial, anche l'ambiente  non sembra essere cambiato. In piena estate gli abitanti di Bamberg rispolverano un'ulteriore tradizione e per gustare l'immancabile birra salgono sui colli, anzi “sulle cantine”, visto che i giardini della birra sulle alture della città nascondono le grotte adibite a celle di maturazione e conservazione dell'amata bevanda.
Festa della birra in Maximilianplatz
Grunermarkt



Altes Rathaus
Il baricentro della città è il fiume Regnitz che, diviso in due rami e attraversato da 80 ponti, percorre per oltre otto chilometri il centro urbano. E proprio in mezzo al fiume, a cavallo tra due ponti, nel XV secolo i cittadini di Bamberg eressero il municipio (Altes Rathaus), poi ristrutturato e ampliato in età barocca. La leggenda imputa la  singolare e scenografica location al fatto che il vescovo, signore della città, avesse negato anche un solo palmo dei suoi possedimenti per la costruzione dell’edificio simbolo dell’ascesa “borghese”. Più plausibile ipotizzare una scelta strategica: il municipio fu eretto nel punto di raccordo tra il primo nucleo cittadino ai piedi delle colline (Sand) e il nuovo quartiere che si stava sviluppando sull’isola tra i due bracci del fiume.
Altes Rathaus

Per osservare la città dall’alto e comprenderne la morfologia bisogna
veduta salendo a Altenburg
salire su una delle colline. Dalla vecchia fortezza (Altenburg), dimora dei principi vescovi distrutta nel Cinquecento e ricostruita in stile medievale alcuni secoli dopo, si distinguono i tre nuclei storici: la collina (Bergstadt), l’isola (Inselstadt) e, a est del ramo destro del fiume, il quartiere degli orti e dei giardini (Gärtnerstadt). Qui sopravvivono tratti della topografia originaria, con le file di case “a schiera” che nascondono gli orti urbani e due delle molte birrerie che in passato si affacciavano sulla strada centrale lastricata (Steinveg), antico asse commerciale che da Lubecca si spingeva fino nel cuore dell’Impero, a Ratisbona. Alcune delle case contadine mantengono la funzione tradizionale con famiglie di agricoltori ancora in attività; una ospita il Museo degli ortolani e dei vignaioli (Gärtner und Häckermuseum).

Santa Cunegonda
Il ponte inferiore (Untere Brücke), sorvegliato dalla statua monumentale di Santa Cunegonda, ci riporta tra i vicoli sinuosi del primo agglomerato cittadino, diventato il cuore della vita notturna di Bamberg. Il toponimo Dominikanerstrasse ci ricorda come qui abbia avuto sede per secoli il convento dei Domenicani, due sale del quale ospitano la Birreria Schlenkerla, probabilmente la più celebre della città. Frequentata per l’atmosfera conviviale, l’inimitabile birra affumicata e quel certo fascino che deriva dal non aver concesso nulla alla modernità: sotto l’insegna dell’oste “ciondolone” si beve rigorosamente un solo tipo di birra (al massimo si può discutere sulla misura), spillata a caduta da botti di rovere e accompagnata dai piatti della tradizione. 
Birreria Schlenkerla

Sul colle di San Michele (Michaelsberg) sorgeva un antico monastero benedettino celebre per lo scriptorium e la birreria (oggi trasformata nel Museo della Birra). Il soffitto della chiesa è una sorta di erbario dipinto: un catalogo con 578 piante raffigurate con minuziosa precisione; il pulpito settecenteco sembra sospeso in aria, nella cappella del Santo Sepolcro la morte soffia bolle di sapone in una singolare danza macabra e passando nel cunicolo sotto il sarcofago del santo Ottone risolverete ogni problema alla schiena.

Il monastero di San Michele

L'articolo completo è stato pubblicato sulla rivista "Itinerari e luoghi" (febbraio-marzo 2013)

 Passeggiata lungo il fiume Regnitz


Apfelweibla, pomolo di portale che ispirò la novella "La pentola d'oro" di E. T. A. Hoffmann
Museo di Storia Naturale

Il racconto in presa diretta (maggio 2012) lo avevamo pubblicato qui
a maggio 2012.


venerdì 24 novembre 2017

Magiche avventure gallesi


Paioli magici e mostri acquatici, anelli che rendono invisibili, streghe e giganti, eroiche fanciulle e valorosi cavalieri, vendette sanguinarie, labirinti di ossa e pantagruelici banchetti, città sommerse e uccelli incantatori: i bardi e i menestrelli delle corti gallesi avevano già raccontato tutto; che cerchiate Artù, Merlino, il Santo Graal o Caledwich (Excalibur per i profani), il Galles è il luogo per voi. 
Caernarfon Castle
Del resto l’atmosfera non potrebbe che essere da favola, in una nazione ad altissima concentrazione di castelli: se ne contano oltre 400 in poco più di 20.000 km2, dalle roccaforti, spesso dirute, dei principi di Gwynedd, messi all’angolo dall’avanzata normanna e asserragliati nella Snowdonia per difendere l’ultimo lembo d’indipendenza gallese, ai manieri candidi e turriti dei conquistatori inglesi.
Lasciati i castelli medievali, si cambia improvvisamente scenario ed epoca storica, per salire su uno dei treni a vapore in servizio sulle linee a scartamento ridotto. Tra nuvole di fumo e macchinisti neri di fuliggine, comodamente seduti tra legni e velluti, si attraversano brughiere e foreste, paesaggi montani e geometrie di muretti a secco, superando minuscole stazioni e viadotti arditi. Nacque invece per gli intrepidi turisti vittoriani la ferrovia che ancora oggi raggiunge la vetta del monte Snowdon: poco più di mille metri d’altitudine, ma un panorama a perdita d’occhio fino all’Irlanda. 




C’è infine uno strano mondo, sotterraneo e sospeso, fatto di reti elastiche, teleferiche e carrucole, che hanno trasformato cave e miniere in parchi giochi adrenalinici, adatti soprattutto agli adulti, ma con qualche attrazione a misura dei più piccoli. Ci si lancia sopra le voragini delle cave a oltre 100 chilometri orari, oppure, anche per beffare il meteo spesso inclemente, ci si avventura nelle grotte sotterranee, dove si gioca e si salta sospesi nel buio e nel vuoto.


Ruthin
Un ultimo appunto di viaggio: la lingua, parlata da circa tre milioni di persone. Chi viaggia per il Paese, dovrà almeno abituarsi al morfema “Llan-”, che compare in tantissimi toponimi gallesi, e si traduce con “chiesa”. Potrebbe, allora, valere la deviazione una foto sotto il cartello dello stazione ferroviaria di Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch, villaggio che vanta il toponimo più lungo in Europa (ma non del mondo), ideato nel XIX secolo grazie a una geniale trovata promozionale del consiglio comunale locale.

Itinerario nel Gwynedd e nello Snowdonia National Park con incursioni sull'isola di Anglesey.

Il molo della stazione balneare di Llandudno
Incorniciata dal promontorio di Great Orme e circondata da lunghe spiagge, Llandudno conserva fascino e atmosfere delle stazioni balneari ottocentesche affacciate sui mari del Nord. Alberghi e villette d'epoca vittoriana, una lunga passeggiata a mare, un molo in stile anglo-indiano e persino una tranvia che, da oltre un secolo, collega il centro con la vetta del promontorio. 

Bianconiglio a Llandudno

Un modo divertente di esplorare la  cittadina, soprattutto se si hanno bambini al seguito, è seguire le tracce del Bianconiglio lungo l'itinerario (mappa in vendita all'ufficio turistico) dedicato ad Alice Liddell, l'ospite più celebre di Llandudno, protagonista e fonte di ispirazione di Alice nel Paese delle Meraviglie, che trascorreva qui la villeggiatura estiva.
La passeggiata  della stazione balneare di Llandudno













A pochi chilometri da Llandudno, Conwy è la perfetta cartolina della città fortificata e il primo dei castelli edoardiani del Galles che visiteremo. Di dimensioni e solidità eccezionali, questi castelli furono fatti costruire da Edoardo I d'Inghilterra in seguito alle campagne militari di conquista alla fine del XIII secolo, e sono testimonianza del più grande programma di incastellamento che un re britannico del Medioevo abbia mai portato a compimento. Erano accessibili dal mare e inseriti in città fortificate, nelle quali la popolazione inglese godeva di privilegi commerciali. 



Le mura della città sono fiancheggiate da ventuno torri e aperte da tre ingressi a due torri; in origine erano intonacate, per accentuarne otticamente l'imponenza. In fondo al molo, perfetto per una passeggiata in attesa del ciclo della marea, i bambini fanno invece la coda per entrare nella “casa più piccola della Gran Bretagna”, abitata fino all'inizio del Novecento e ancora completamente arredata.


Conwy
Conwy


The Smallest House in Great Britain a Conwy
St. Mary's Church




Per ammirare un altro castello proseguiamo lungo la strada costiera e attraversiamo Menai Strait. Siamo sull'isola di Anglesey, rifugio sicuro nelle rotte vichinghe e ponte verso l'Irlanda, a Beaumaris, dove nell'aprile del 1295 il savoiardo Jacques de Saint-Georges diede inizio alla costruzione dell'ultimo dei castelli gallesi di Edoardo.


 Puffin Island: pulcinella di mare e foche
Dal molo partono le barche per Puffin Island, sito di nidificazione non solo per i pulcinella di mare (attualmente non molto numerosi), ma per cormorani, gazze marine, urie, marangoni dal ciuffo, edredoni e altri uccelli marini. Sull'isola è presente anche una colonia di foche. Percorrendo la costa verso sud, a Brynsiencyn visitiamo l'acquario dell'isola, specializzato nella conservazione della fauna marina locale.

L'acquario











Da Newborough raggiungiamo l'omonima riserva naturale con lunga spiaggia di dune sabbiose. Dal parcheggio (Newborough Forest beach car park, a pagamento) hanno inizio i percorsi, in parte su passerelle di legno, che seguono le dune o si addentrano nel bosco. Passeggiando lungo la spiaggia in direzione del faro è facile arrivare a Llanddwyn Island, dove si trovano i ruderi della chiesa dedicata a Saint Dwynwen, patrona gallese degli innamorati.






Caernarfon
Rientrati sulla terraferma ci attende un altro maniero. Con le sue torri poligonali, le triple torrette decorate con l'aquila imperiale e il paramento in pietra che imitava la tessitura a corsi alternati di mattoni e pietra delle mura di Costantinopoli, Caernarfon fu scelto per ospitare la nascita del futuro Edoardo II (1284-1327), primo principe inglese del Galles: mentre il re avanzava trionfalmente attraverso il Paese, la regina dava alla luce il figlio e erede, che secondo la leggenda fu innalzato infante su uno scudo dal sovrano, rispettando a suo modo la promessa fatta ai Gallesi di scegliere un principe nato in Galles e che non parlasse inglese o francese (ma nemmeno gallese, visto che non parlava ancora). Nel 1911 il gallese David Lloyd George, che sarebbe diventato Primo Ministro alcuni anni dopo, propose che la cerimonia di investitura del principe di Galles avvenisse nel castello, creando una nuova tradizione che si è ripetuta nel 1969 con Carlo d'Inghilterra. 
Caernarfon




Dolwyddelan
Dalle mura di Caernarfon bastano pochi chilometri per immergersi nei paesaggi montani dello Snowdonia National Park. Con il treno a vapore si attraversa Beddgelert Forest in direzione di Porthmadog tra prati verdissimi, ruscelli tumultuosi, boschi intricati e immancabili greggi di pecore. Betws-y-Coed è borgo montano con idilliaci affacci sul torrente (e molte possibilità di shopping), al centro di tutti gli itinerari stradali che dalla costa si inoltrano nel parco. 
il fiume Llugwy nel borgo di Betwys-Y-Coed

Una deviazione verso sud porta a Blaenau Festiniog, capitale dell'ardesia e delle attività “avventura”. Da Betws-y-Coed proseguiamo in direzione della costa a nord seguendo il corso del fiume fino allo sbocco al mare: Llanrwst “capitale” storica della vallata con la chiesa quattrocentesca di St. Grwst e la foresta rifugio di Dafydd ap Siencyn, il Robin Hood locale, che compì le sue imprese durante la Guerra delle Due Rose. Superato Trefriw, con il mulino ad acqua tutt'ora in funzione che serve una storica manifattura di tappeti, raggiungiamo l'ingresso del meraviglioso Bodnant Garden, uno dei parchi più celebri dell'intero Regno Unito, nazione dei giardini per eccellenza (www.nationaltrust.org.uk/bodnant-garden)


L'articolo completo è stato pubblicato sulla rivista
"Itinerari e luoghi" (giugno-luglio 2017)


 Asta del bestiame  a Ruthin

 Asta del bestiame  a Ruthin

Barconi trainati da cavalli lungo il canale di  Llangollen

venerdì 4 agosto 2017

Aprica!

30 luglio 2017

Appuntamento alle 8.30 davanti all'ovovia per salire nel bosco dell'Osservatorio Eco-Faunistico Alpino. Seguiamo Bernardo e Luisa che ci portano da Orfeo, l'orso goloso di brioche, e di carne, e di pesce, e di mele ..... (si dice onnivoro).

l'orso Orfeo
Seconda tappa: palchi e corna. Nel senso che Bernardo ci ha fatto vedere degli esempi e ci ha spiegato la differenza tra bovidi e cervidi e come riconoscere l'età di un camoscio o di uno stambecco dai segni sulle corna. Invece i palchi dei cervi sono molto ramificati se mangiano bene e tanto.
il dott. Bernardo Pedroni 
Terza tappa: rapaci, che in questo periodo riposano dopo le fatiche delle gite scolastiche primaverili; tranne il gufo reale Anacleto e la poiana di Harris, che sono usciti a salutarci.
Luisa Meregalli con la poiana
il gufo Anacleto













Quarta tappa: panorama (con foschia)
Quinta tappa: stambecchi e camosci; entriamo e vediamo i piccoli stambecchi, gli stambecchi che ci seguono, le camozze senza piccoli perché si riposano che non hanno un maschio ...

stambecco vanitoso

pappa!


stambecco artistico di Albo
femmina di camoscio


Sesta tappa: cincia bigia alpestre (è un uccellino) e femmina di stambecco incinta

La femmina di stambecco con il pancione
Settima tappa: nido del codirosso spazzacamino (ma lui non c'era).

Poi siamo andati nella Riserva naturale di Pian di Gembro dove nell'aula didattica abbiamo visto anfibi (rane, rospi, tritoni, salamandre), pesci (sanguinerole) e larve di libellula; abbiamo dato da mangiare ai rospi e siamo andati sulla passerella in mezzo alla torbiera.

libellula

cercando il tritone ...